Napoli, 10 giugno 2011 – Assalivano camion che trasportavano le più disparate merci, ne rubavano il contenuto e poi lo rivendevano ai propri ricettatori. Affari per milioni di euro che, ora, non possono più fare. Perché un’operazione dei poliziotti dell’ufficio «Frontiera Marittima» di Napoli e di Gioia Tauro e della squadra mobile della questura partenopea, ha portato in tutto a 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei componenti della cosiddetta banda del tir. A finire in manette sono dieci napoletani, e poi un calabrese e un laziale di Minturno. Le accuse sono associazione per delinquere finalizzata alle rapine a mano armata, lesioni e sequestro di persona; crimini commessi all’interno dell’area portuale nei confronti di autisti di tir carichi di merce e diretti all’imbarco per le isole. Il piano era semplice: con alcuni automezzi si simulavano incidenti stradali, in modo da bloccare il traffico e assaltare le vittime di turno, e con questi camion si archiviava subito la merce trafugata in modo da assicurarne la veloce consegna ai ricettatori. I malviventi potevano contare anche su «basisti» che li indirizzavano verso i carichi più remunerativi. Le indagini, che si sono basate su intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno permesso di sventare il 5 maggio 2010 un colpo ai danni di un tir che trasportava sigarette per circa 3 milioni di euro. Da lì è partita poi la ricerca complessa dell’organigramma della banda, fino alla chiusura dell’indagine e agli arresti.
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